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C’è sempre tempo per un buon gelato, il nostro lo è seriamente.

Il 1954 è stato un anno glorioso per l’Italia. La conquista della cima del K2, la seconda più alta al mondo, ha portato il nostro Paese sul tetto del mondo. Ma è un anno molto importante anche per gli amanti del gelato nella nostra città. Infatti la Gelateria K2 nasce proprio allora e porta il nome della vetta che ha dato tanto lustro all’Italia.

Il ghiaccio e la purezza di quella montagna inesplorata e incontaminata hanno ispirato i titolari di quel primo piccolo tempio del gusto. Il tempo passa tra alti e bassi, e negli anni Sessanta uno dei soci della Gelateria K2 inizia a diffondere in varie località della nostra provincia la sua arte gelatiera e i prodotti necessari ad esercitarla. Da qui derivano le varie gelaterie nei dintorni di Reggio che portano il nome “K2”.
Facciamo un bel salto avanti nel tempo e arriviamo agli anni Ottanta, quando il signor Armando apre una gelateria.
Prima la gelateria “Il pinguino”, in via Adua, poi la figlia Dalila rilevando prima “Il corallo blu” e poi la gelateria “Il capolinea”.
In quelle prime esperienze della signora Laila si sono fuse insieme passione, qualità, e artigianalità.
Seguendo questi valori, giorno dopo giorno, si è venuto a creare un gelato unico, la cui ricetta viene tramandata da oltre 30 anni all’interno della nostra famiglia.

Tra i vantaggi del Metodo classico c’è sicuramente la realizzazione di un gelato più stabile, più caldo e meno lucido, con un overrun (percentuale di aria inglobata e quindi leggerezza) migliore. L’overrun ha luogo quando l’acqua inizia a passare dallo stato liquido a quello solido e dipende da 2 variabili: le materie prime usate per la preparazione del gelato artigianale, dal momento che ci sono alcune materie prime che favoriscono l’incorporazione di aria e altre che la ostacolano; il loro corretto bilanciamento.

Il gelato artigianale è un alimento fresco e come tale deve essere conservato e consumato entro qualche ora dalla produzione. Per questo ci impegniamo a realizzarlo due volte al giorno e a mantecarlo più volte in un giorno, a differenza di altri che lo producono una volta a settimana. Nel momento in cui riposa prima della vendita, viene conservato in un banco a pozzetti, metodo antico ma tutt’oggi attuale.